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ECLIPSE

 

PARTE QUATTRO

 

L'ULTIMA BATTAGLIA

 

Di Igor Della Libera

 

 

 

NEW YORK-PRESBYTERIAN HOSPITAL-NOTTE

 

Marlene non immaginava che un gruppo di ragazzi con gli occhi rivoltati all'indietro e i polpastrelli venati di nero avessero abbastanza forza da disarmarla e da spingerla contro una delle strutture della quarantena. Non vedeva altro che mani e facce arrabbiate e quegli occhi che non erano più umani.

La Sirena aveva socchiuso le labbra in un canto sottile e con questo stava ferendo Mr Negativo che aveva difficoltà a reggere l'impatto sonoro. Il problema era che nella quarantena quasi tutti i malati si stavano risvegliando, e ad ogni corpo che si sollevava con le pupille immerse nell'inchiostro, la sua energia aumentava e così quella che stava canalizzando nel corpo di Eclipse, a kilometri di distanza, nella palude delle Everglades.

 

EVERGLADES- INCROCIO DELLE REALTA'- NOTTE

 

Eclipse sentiva quel potere, gli vibrava nelle cellule e sapeva che presto ne avrebbe avuto a sufficienza per eliminare per sempre Khonshu da questa dimensione. Milo Warren e il dio che lo possedeva erano vicini alla vendetta assaporata nell'esilio oscuro in cui Khonshu l'aveva bandito dopo il loro primo incontro. Come nel luogo che fu testimone del loro primo incontro, Khonshu occupava il corpo di un suo araldo. In questo caso Marc Spector. Era già stato “affittato” dal Dio ma mai in modo così profondo. La sua coscienza era poco più di un cerino nelle tenebre.

 

***

 

-Rimandami indietro, non è questa la mia battaglia. Marlene ha bisogno di me.

Quando Frank il nuovo Moon Knight era comparso con Satana e Cage in mezzo alla palude, non troppo lontano da dove si stava consumando la tragedia di Marc, il poliziotto si era fermato. Non era provato dal salto dimensionale, soffriva per essere stato tolto da New York. Lì poteva essere utile, aiutare gli altri a frenare il virus negativo.

Quello non era il suo scontro. Satana aveva già compreso l'errore e senza indugio, pronunciando una formula aveva fatto in modo che scambiasse il suo posto con Occhio di Falco. Solo che nel momento in cui Frank era scomparso, davanti agli occhi di Cage poco abituati al soprannaturale, lo Squalo Tigre era piovuto dal cielo spedendola contro un albero. Sapeva che il teletrasporto era riuscito solo che Occhio di Falco non era lì davanti a loro, ma distante e probabilmente impegnato in un altro scontro.

-Cristoforo Colombo non è così che si tratta una donna.

Lo Squalo Tigre teneva per il bavero del vestito scollato Satana, i capelli rossi di lei sfioravano le acque sporche.

-Ha bisogno di un bel bacio per svegliarsi, un bacio dal suo principe.

Aprì le sue fauci e gocce di bava scivolarono dalle punte delle zanne sul viso di lei. Satana non si riprendeva e Cage sradicò un piccolo albero con l'intenzione di usarlo come mazza.

Lo Squalo si fermò, mentre metà viso di Satana era dentro la sua bocca.

-Nel tempo che ci metterai a colpirmi io avrò già banchettato con la sua faccia, non credo che nemmeno la figlia di Satana possa sopravvivere ad un simile morso.

-Colpiscilo Cage.- la voce arrivò da dietro e l'eroe di Harlem non se lo fece dire due volte. Lanciò il tronco prendendo in pieno lo Squalo e lanciandolo contro un altro albero che non resse all'impatto e si piegò cadendo fragorosamente nell'acqua. Cage si voltò. C'era Satana che si puliva la guancia.

-E' ora di trasformare il principe in un ranocchio.

-Fammi capire tu eri lì, ma poi sei qui...

In terra vicino al punto dove lo Squalo teneva la strega satanica c'era un pupazzo fatto di rami sterpi e pezzi di cespuglio.

-Quello è il mio eidolon. Ho creato un’illusione. Sono stata incosciente per qualche secondo di troppo. Adesso dobbiamo trovare Occhio di Falco e poi andare a salvare Marc.

Non se ne era mai resa conto, ma da quando Marc era stato suo ospite in un appartamento tra le dimensioni, un tesseratto nascosto dentro uno schermo di quelli che riempiono Manhattan, non aveva mai pensato a lui come stava facendo ora. Satana si era forse innamorata?

-Non sono più un nuotatore modificato geneticamente. Sono qualcosa di più.

Lo Squalo si era ripreso e avanzava snudando degli artigli. Una pinna tagliente era emersa lacerando il completo sporco di fango.

-Ti rendi conto che ti sei definito un “nuotatore modificato geneticamente”. Detto così sembri una verdura. E io odio le verdure e anche chi mangia solo quelle. Preferisco gli hamburger e stai per diventare uno di quelli di pesce che vendono sul molo 32.

Cage corse verso lo Squalo. Un pugno al mento che non lo scosse e poi uno allo stomaco che aprì brutalmente la giacca mostrando la pelle squamosa gialla e marrone. Fu il turno dello Squalo che afferrò la testa di Cage e gli fece incontrare il suo ginocchio.

-Dovresti essere abituato a prenderle negro, la vostra razza ha nel dna catene e abusi. Scommetto che vi eccitate quando vedete una frusta.

Cage fiondò la sua testa contro lo Squalo e i due sprofondarono in un punto dove le acque erano ingannevoli e più profonde del previsto.

Satana le vide ribollire. Sentiva però che il suo Marc era sempre più vicino all'addio e così lasciò Cage alla sua lotta e si avviò verso il luogo da dove proveniva l'urlo psichico di Khonshu.

 

***

 

Il mondo intorno a lui era cambiato all'improvviso, i suoi piedi affondavano in una melma verdastra e il suo occhio dietro alla coda della freccia puntava alberi scarnificati che spingevano lunghe radici contorte nel fango.

Occhio Di falco non era più nell'ospedale, l'ambiente era quello di una palude. Non gli era del tutto sconosciuto. Già un'altra volta con i Vendicatori era venuto qui. Lui come altri conosceva quel luogo come il regno dell’Uomo Cosa.

-Sembra che Satana abbia cambiato idea sulla squadra. Barton sei davvero un uomo fortunato, nessuna donna riesce a stare senza di te, nemmeno la figlia del diavolo in persona.- pensare in quel modo lo aiutava a concentrarsi.

Non aveva superpoteri, ne sensi iper sviluppati, ma l'esperienza poteva venderla a pacchi. E fu questa a fargli capire che gli uccelli che dietro di lui si levavano nel cielo erano il presagio di un attacco. Il resto lo fece Speed Demon che passando ad ipervelocità sulle acque stagnanti le mosse quel tanto che bastò a Clint per trovare un bersaglio alla sua freccia. Aveva il dardo giusto. Con Quicksilver era risultato efficace, immaginò che potesse andare bene anche con un velocista di categoria inferiore come Speed Demon. La punta della freccia si aprì, due parti caddero lasciando emergere una specie di antennina. Questa rilasciò una scarica elettrostatica. Speed Demon non era altro che molecole mosse dalla velocità quando la scossa lo colpì e solo il potere infernale gli impedì di disperdersi nel vento con il puzzo marcio della palude. Occhio Di Falco lo vide schizzare davanti a lui privo di sensi.

-Satana 1 Nemico che non so chi è 0. Sembra di essere tornati alle Guerre Segrete.

Detto questo si mosse verso l'intrico da cui provenivano rumori di lotta.

 

NEW YORK-PRESBYTERIAN HOSPITAL-NOTTE

 

Paladin aveva finito di fasciarsi le costole. Ne aveva un paio incrinate e una terza che era vicina a spezzarsi. Non era la prima volta che combatteva in quelle condizioni, conosceva quel tipo di dolore puntuto, che toglieva il fiato e le capacità di reazione. Fortunatamente due pazienti mezze nude che cercavano di soffocarlo con dei cuscini non lo impensierivano. Le avrebbe battute non solo con le costole scricchiolanti, ma anche con un braccio dietro la schiena.

Da terra vide avanzare dal fondo del corridoio l'Averla. Paladin si sollevò. Si erano già incontrati e non si poteva certo dire che fossero amici. In quel frangente però erano alleati. Solo che non lo sapevano ancora, così si accolsero puntandosi reciprocamente le armi addosso e squadrandosi come due galli nell'arena.

-Vedo che alla festa in maschera non sono stati selettivi, da quando in qua gli eroi di serie b che hanno il look di un digestivo alle prugne sono ammessi ai piani alti? - disse l'Averla.

-Almeno io sono un eroe di serie b, tu invece sei un criminale della peggior specie.

-Vedo che l'eroe ha avuto la meglio su due ragazzine drogate con il culo all'aria.- indicò le due pazienti che Paladin aveva sistemato.

-Averla ti conviene parlare, perchè se sei dalla parte di Mr Negativo e degli altri pazzoidi stai per avere un biglietto di solo andata per il regno del dolore.

-Per quanto ti possa fare schifo prugnetta, siamo dalla stessa parte, sono qui ad aiutare le tipe scaricate dal jet.

-Io sto per abbassare la pistola, tu farai lo stesso con quei laser da comic-con.

-Va bene, a parte che non so cosa diavolo sia una comic-con.

I due continuarono a guardarsi fino a quando le armi non furono puntate altrove verso la porta della quarantena da cui provenivano grida sempre più forti.

 

***

 

-Fammi capire, vuoi trapassarle il cuore con la tua spada lacrimogena?

Black Arrow aveva imparato da Occhio di Falco a basare le sue scelte solo sulla corda di un arco e la punta di una freccia.

Il Demone delle Lacrime era inginocchiato vicino al corpo di Dagger. Sembrava che in lei non ci fosse più vita. Falcon aveva appoggiato l'orecchio sul petto della ragazza senza ricevere nessun segnale dal suo cuore.

-Solo la lama può mondarla dal peccato che l'ha corrotta. C'è qualcosa in lei che non va, ha fatto versare delle lacrime di cui non è colpevole, il demone capirà e la pulirà.

-Falcon, ha senso che lasciamo fare a the Mask? Si tratta di stare con le mani in mano e di fidarci di qualcuna che dice che può curare Dagger trafiggendola.

Falcon tacque e quel silenzio fu l'assenso che il demone attendeva per operare la sua chirurgia speciale. Black Arrow si voltò dall'altra parte. Non conosceva Dagger. Non aveva mai combattuto con lei, ma era sicura che avessero più o meno la stessa età. Quello delle spade magiche non era il suo mondo, ma era stata testimone dei prodigi del suo compagno Wiccan.  Non le era facile credere che quella strana lama azzurra, fatta del pianto cristallizzato di anime inquiete, avrebbe guarito e non ucciso Dagger.

Doveva usare tutta la fede che gli rimaneva e non era molta.

 

***

 

Le sue compagne Sirene l'avevano lasciata andare da sola con Marlene contro la minaccia che riempiva i telegiornali e faceva contrarre le facce degli inviati in studio e nelle vicinanze dell'ospedale come se non ci sarebbe stato un domani, come se quella fosse l'ultima notte di New York. Ora la Sirena era stata bloccata a terra dai pazienti guidati dalle parole nere come il suo sangue di Mr Negativo. Ad un suo ordine, un tipo con uno sfregio sulla guancia e pochi capelli in testa iniziò a prendere del cotone e a premerlo tra le sue labbra.

-Le donne hanno sempre avuto la spiacevole abitudine di parlare troppo. Quante vite hanno distrutto con le loro chiacchiere, quanti uomini hanno spinto verso una bottiglia? Troppi.

I batuffoli continuavano ad essere infilati nella bocca della Sirena che veniva tenuta spalancata da mani sadiche di persone che non sapevano di farle del male. Marlene guardava senza poter fare nulla. Anche lei era stata disarmata dalla sua arma sonica. Gli era stato strappato dall'orecchio il congegno con cui comunicava con Frenchie. Tenuta ferma dai pazienti guardava uno di questi prendere un bisturi e avvicinarlo alla sua giugulare. Chiuse gli occhi per un attimo come se non ci fosse più speranza e in quell'istante un dardo a mezzaluna roteò nell'aria, sfiorò alcuni infetti e poi con precisione colpì la mano che teneva l'arma strappandolo dalle dita dell'omicida.

Marlene riapri gli occhi e vide Frank. Era tornato per salvarla. Pensava che fosse andato via con Satana per aiutare Marc. C'era lui e Paladin e un altro tipo con un jet pack sulla schiena e delle scariche elettriche sui guanti meccanici.

Mr Negativo sollevò lo sguardo dalla Sirena che stava soffocando nel cotone. Cercava di sputarlo fuori senza riuscirci.

-Troppo tardi, manca ancora poco e l'unico che potrebbe fermare l'eclissi sarà per sempre cancellato dalle tenebre.

-Sono davvero stufo marcio di sentirvi parlare così. Parli per epitaffi tu e i tuoi degni compari ma io non ho ancora visto nessuna lapide su cui scriverli.

-Lo scriverò direttamente sul tuo corpo. Vediamo se sarai così determinato da superare la mia legione di negativi per venirmi a prendere. Io non lo credo Moon Knight di riserva. So chi sei dietro quella maschera. Servi e proteggi non metti in pericolo degli innocenti. E il tuo problema è che quando guardi questa gente non vedi assassini, ma innocenti.

Paladin sparò verso Mr Negativo, ma un gruppo di persone gli fece da scudo. Fortunatamente il mercenario aveva ridotto la potenza del raggio altrimenti avrebbe trasformato i pazienti in ciambelle con il buco.

Moon Knight gli abbassò furioso il braccio.

-Quel pazzo una cosa l'ha detta giusta, sono innocenti... non possiamo fare loro del male.

-Io non intendo farmi massacrare e se non vorranno finire dalla parte sbagliata del mio artiglio d'energia, malati o non malati, si sposteranno dalla traiettoria.

Il tono era di chi avrebbe fatto quanto diceva.

Il corpo della Sirena che si contraeva, gli occhi sempre più fuori dalle orbite, il viso che si colorava del blu di chi stava per perdere l'ultimo respiro spinse Moon Knight a lasciar stare l'Averla e a lanciarsi sulla creatura del mare e della scienza. Notti fa al pontile lei aveva aiutato lui e anche i ragazzi che erano stati tra le prime vittime del virus. Avrebbe ricambiato il favore.

Non guardava più dietro dove l'Averla e Paladin erano sempre più stretti dai pazienti. Mr Negativo era davanti a lui, ma nemmeno il cattivo era il suo obiettivo. Doveva fare in fretta o la Sirena sarebbe morta.

-Aiutala- lo implorò Marlene che si era liberata dalla presa dopo che l'arma di Moon Knight le aveva dato uno spiraglio di movimento. La raccolse e si rotolò in terra appoggiando la schiena al carrello con i bisturi e gli altri strumenti medici.

Quella follia non era finita. Non ancora.

Mr Negativo si graffiò la faccia aprendosi piccole ferite da cui sgorgava il suo veleno. Le mani sanguinavano ancora. Moon Knight era protetto, ma sapeva che bastava poco per farlo passare dalla parte del malvagio: una goccia di sangue che si mescolava con il suo. Marc era impazzito a tal punto da voler uccidere l'unica donna che aveva mai amato. La stessa Marlene che adesso lui, Frank Darabont, sentiva di amare ed era sicuro che nel cuore di lei quella passione veniva ricambiata.

 

EVERGLADES-INCROCIO REALTA'-NOTTE

 

I colpi che si stavano scambiando lo Squalo Tigre e Cage si affievolivano mano a mano che Satana attraversava la parte di palude che portava nel luogo dove Eclisse stava per consumare la sua vendetta.

-Se ho una gran voglia di uccidere gli uomini è anche a causa di donne come te.

Satana si spostò dalla traiettoria di un grosso pezzo di legno prima di esserne colpita.

-Man Killer giusto? Dovresti avere ancora sul tuo brutto muso lo stampo del mio tirapugni satanico. Pensavo che come promemoria per non intralciarmi più la strada fosse sufficiente.

-Voi puttanelle di bell'aspetto che vi vestite come se tutti gli uomini dovessero essere vostri.

-Non è colpa mia se da piccola ti hanno messo gli steroidi nel biberon. Non conosco bene la tua origine, ma quello che vedo io è solo una donna frustrata che si rammarica di aver perso la sua bellezza in cerca del potere.

-Ci ho pensato e sono arrivata alla conclusione che sei tu, figlia di Satana, il mio vero nemico. Rappresenti tutto quanto c'è di detestabile nel genere femminile.

-Ricapitolando, sportiva assassina e femminista, senza dimenticare l'inizio di peluria sotto il naso. E poi sarei io quella che dà una brutta immagine alle donne. Tu sei un caso patologico di pulviscolo nell'occhio degli altri e trave nel tuo.

-Buffo che tu abbia parlato di trave.

Man Killer aveva parlato finora stando distante, con le gambe grosse e muscolose affondate nel fango. Dalla palude sollevò qualcosa che teneva nascosto. Un pezzo di traliccio abbandonato lì da chissà chi.

-Vuoi davvero lottare nel fango, non vedi in questo l'ennesimo luogo comune di certe fantasie maschiliste? - Satana scherzava eppure c'era qualcosa in quell'attacco, in quelle parole che non gli tornava.

-Ho capito, tutte queste parole avevano un solo scopo... distrarmi.

-Troppo tardi per le intuizioni infernali.

Prima di sentire il risucchio del portale avvertì l'odore di zolfo. Satana non fu infastidita da quello piuttosto dal non aver sentito subito la puzza di trappola. Speed Demon era rimasto invisibile, vibrando oltre lo spettro della luce. Satana sentì i piedi staccarsi dal fango trascinata all'indietro.

-Lo so che non ti fermerà figlia del diavolo, ma ti toglierà di mezzo quel tanto che basterà al nostro padrone per concludere i suoi affari. Non posso negare che dopo aver patito lo stesso scherzetto sono felice di spedirti all'inferno.

Man Killer rise.

-Ti sentirai a casa.

-Io preferivo la lotta nel fango.

Su uno degli alberi che circondava la pozza di fango, appollaiato e con un dardo pronto ad essere scoccato Occhio di Falco disse queste parole e fece l'occhiolino a Satana. Lo fece prima di scagliare la freccia.

-Ho imparato dal mio errore Vendicatore, sto vibrando non su questa frequenza, ma in altre realtà quella che vedi è solo una proiezione e come tale non può essere colpita, tantomeno da stupide frecce.

Speed Demon non sapeva che Satana aveva pronunciato una piccola formula. Ecco perchè la freccia si sintonizzò sui cambi di frequenza del criminale e con sua sorpresa gli trapassò la spalla gettandolo dolorante e insanguinato nell'acqua. Gridava e si dimenava come un pesce che era finito sulla riva. Il portale senza più la sua energia si richiuse. Man Killer non fece in tempo a fare nulla che sotto di lei il terreno divenne sabbie mobili e iniziò ad ingoiarla.

-Ferma Satana. Non posso permetterti di ucciderla soffocandola nel fango.

-Non è strano per uno che milita in un gruppo che si fa chiamare Vendicatori avere tutti questi scrupoli verso i nemici?

Ad un gesto il terreno si indurì intorno a Man Killer che rimase imprigionata come un palo nel cemento. Solo la testa usciva fuori e inveiva contro chi l'aveva sconfitta.

Sistemato Speed Demon con delle frecce rete rese magicamente inespugnabili da Satana i due senza proferire parola tornarono a muoversi verso Marc.

 

***

 

-L'eclissi è quasi completa, i tuoi alleati non sono riusciti a fermare il virus. Se vuoi dire qualcosa Khonshu questo è l'ultimo momento in cui potrai farlo.

Milo Warren era ancora presente ma non come prima. Eclipse gli aveva promesso una possessione alla pari, ma adesso l'archeologo si stava ponendo una domanda che lo agitava. Dopo aver sconfitto il suo nemico Khonshu, Eclipse avrebbe rispettato il patto o lo avrebbe cancellato tenendosi il suo corpo?

Khonshu si rese conto di quella crepa nel rapporto tra i due. Era la stessa che aveva caratterizzato i suoi legami con gli araldi. Si vergognò di essere uno di quegli dei che usavamo gli uomini come pedine e la terra come scacchiera. Non riuscì a parlare, troppo forte era la presenza della tenebra intorno a lui. Cloak lo fissava come se chiedesse il perdono per quello che era stato costretto a fare.

-Non dici niente? Deluso che non ci sia stato nessun salvataggio all'ultimo istante? Te l'avevo detto che sarebbe finita diversamente dall'ultima volta. Solo gli stolti non imparano dai propri errori. Anche gli dei possono essere stolti, purtroppo per te.

Eclipse aveva assaporato quel momento a lungo nell'esilio e successivamente dopo essere entrato in contatto con Warren. Avevano pianificato tutto nei minimi dettagli, tutto era finalizzato a riportare su questo piano Khonshu. Eclipse rivide le varie fasi dell'operazione, dalla raccolta di oggetti incantati esistenti in altre dimensioni, oggetti che nella nostra realtà sono solo materiale di leggende. Li consegnò a dei criminali di serie b dando loro un potere mistico senza precedenti. Non furono i soli beneficiari. Voleva mettere alle corde emotivamente Marc Spector, perchè solo così distruggendolo, infettandolo e corrompendolo sarebbe intervenuto Khonshu.

-Hai scelto un araldo con troppe debolezze e con un passato che lo avvicinava più all'eclisse che alla luna. Furono i suoi trascorsi come mercenario sanguinario a mettere il primo tassello per la tua ricomparsa. Dare la maschera a quella ragazza, Conchita, trasformarla nel demone delle lacrime fu l'inizio. I dubbi erano instillati e l'attacco nella sua stessa casa da parte di Mr Negativo e essere costretto a vedersi nello specchio distorto della propria tenebra, ha spinto Marc nelle mani della figlia di Satana. Solo lei aveva le conoscenze per ripulirgli l'anima, d'altronde chi meglio di una che è brava a creare le macchie della coscienza può trovare il modo di toglierle?

Finalmente Khonshu parlò. C'era ancora un po' di tempo.

-Avete alterato gli equilibri. Ma questi sono difficili da spezzare e trovano sempre un modo per sistemarsi e talvolta, contro ogni logica, scelgono una figlia di Satana per far si che tutto torni come prima.

-Stavolta hanno fatto male i loro conti.

-Fermo Eclipse o ti troverai una freccia magica nel sedere.

Occhio Di Falco era spuntato dalla bassa vegetazione, al suo fianco Satana che malediva con una cantilena la freccia del Vendicatore.

-A quanto vedo i miei uomini hanno avuto la peggio.

-Un bel tre a zero. La prossima volta scegli meglio chi vuoi potenziare. Wikipedia può essere un inizio.

Occhio Di Falco riusciva a stento a credere di trovarsi in una palude con davanti a lui un uomo posseduto da un dio malvagio e vestito come la brutta coppia del Dr Strange che era in attesa di bandire un suo amico, Marc Spector che aveva offerto la sua umanità ad un'altro dio nemico del primo. Come se non bastasse la prigione in cui Spector soffriva era il mantello di tenebra del ragazzo noto come Cloak e al suo fianco c'era la figlia di Satana in persona che caricava le sue armi trasformandolo in una specie di Legolas del soprannaturale. Tutto ciò superava di molto il suo standard di avventure strane.

-Siete voi a non poter fare una mossa perchè Cloak ad un mio ordine divorerà per sempre il vostro amico.

-E' un bluff...- cercò di dire Marc che aveva ripreso un po' di potere su Khonshu. Il bavaglio di tenebra fermò le sue parole.

-Io vedo che siamo in una fase di stallo come in quei film dove tutti si puntano le pistole addosso solo che qui abbiamo frecce, incantesimi e chissà quali altre diavolerie.

PRESBYTERIAN HOSPITAL                                                               INCROCIO REALTA'

La speranza muore prima negli occhi e poi nel cuore. Marlene ripetè dentro di se questa frase di suo padre mentre gli infetti si erano bloccati e rimanevano in piedi. Gli sguardi convergevano tutti verso Mr Negativo. Quello era l'ultimo atto della canalizzazione. Negativo aveva avuto la meglio su Moon Knight, lo teneva per il collo. La forza che gli scorreva dentro le vene era un fiume in piena senza più argini. Era dispiaciuto di essere solo una tappa di quel fluire, l'energia adesso sarebbe andata a rinvigorire Eclipse. Era come il passaggio di un testimone e lui era arrivato al punto in cui quel potere non poteva più essere suo. Paladin e l'Averla si erano fatti sopraffare dagli infetti, avevano desistito dall'idea di far loro del male per fermarli. Nel momento in cui stavano per soccombere senza poter muovere un dito né sul grilletto né per azionare artigli d'energia, i loro aggressori come gli altri malati si erano fermati e come tutti avevano iniziato a convergere i loro sguardi su Negativo.

-E' finita eroi, e' finita.- disse mentre l'oscurità delle sue pupille assunse l'intensità di un buco nero. Anche solo provare a sfidare quello sguardo di tenebra voleva dire essere risucchiati dentro lo stesso, galleggiare in un nulla fatto di male.

-Una volta sono finito dentro una setta di invasati, ma rispetto a questi erano dei boyscout.- disse Paladin per farsi coraggio provando a sfiorare una di quelle persone per capire se fossero ancora di carne ed ossa.

-Sono immobili come dannate statue...

Mr Negativo si avvicinò a Moon Knight.

-Stai per diventare l'unico Moon Knight, peccato che potrai goderti l'esclusiva solo per pochi istanti. Ti farò fare un 'indigestione di male. Ti riempirò le vene con il mio sangue fino a quando non scoppierai e tutto l'orrore che tieni nascosto emergerà e quando ciò accadrà ti getterò in una prigione insieme alla donna che ami- indicò Marlene appoggiata alla parete, incapace di muoversi.

Mr Negativo si rivolse alla Sirena, era sempre stesa sul pavimento, soffocata nel cotone.

-In quanto a te che con le tue parole mi hai ferito farò in modo che non ne escano più dalla tua bocca.- si chinò per liberarla dal cotone, aveva cambiato idea sulla sua fine.

-Ti terrò come un trofeo, tornerai alla tua forma originaria e starai in una vasca. Anzi terrò tutti voi e mi divertirò a spezzarvi un po' per volta. Non vi torturerò sempre, ci saranno dei giorni in cui vi lascerò in pace a riflettere sul supplizio successivo. Non mi ero mai sentito così ebbro di malvagità.  E fu allora che la speranza come un cuore che aveva smesso di battere e sembrava non l'avrebbe fatto più, ebbe un sussulto. E quel movimento aveva la forma di un pugnale di luce. Mr Negativo nemmeno se ne accorse quando lo trafisse ma poi lo sentì come una crepa luminosa che si formava nel suo animo di pece. Si piegò leggermente e Moon Knight da terra gli arpionò le gambe facendolo cadere. Sulla soglia era comparsa Dagger ristabilita dal demone delle Lacrime che era al suo fianco. La spada purificatrice tra le mani. Black Arrow puntava la sua freccia contro mr negativo ma sapeva che non gli avrebbe fatto nulla. Gli infetti gridarono colpiti dai pugnali di Dagger. Il demone delle lacrime interveniva dopo. La luce serviva a liberare la loro anima, ma per tenerla pulita ci voleva il suo intervento. Mr Negativo colpì Moon Knight al petto e lo scagliò lontano, verso Marlene. Era diventato di nuovo il bersaglio di Paladin, dell' Averla oltre che delle frecce di Black Arrow. Sapeva che stava perdendo uno dopo l'altro gli elementi del suo potere. Avrebbe lasciato Eclipse al suo destino. La vendetta sui suoi nemici avrebbe aspettato e ora, vista la sconfitta inaspettata, avrebbe avuto altri motivi per essere ancora più tremenda.

-Sta scappando...- gridò Paladin ma Mr Negativo aveva scavalcato la finestra e si era buttato di sotto. Corsero al davanzale e guardarono giù. Non c'era più traccia di lui.

-Chi si è lanciato di sotto? Non ho fatto in tempo a prenderlo.- disse Falcon con il tono di chi si sentiva in colpa. Fluttuava all'altezza della finestra dalla quale entrò con grazia. Paladin gli spiegò che poteva smettere di preoccuparsi, che chi si era buttato il cattivo della storia e che come tutti i cattivi avrebbero ancora sentito parlare di lui.

-E' lui...- Falcon indicò L'Averla – non ho ancora capito da che parte sta, è stato tutto così concitato che non c'è stato il tempo per le presentazioni.

-Dovreste andare d'accordo, tra uccelli intendo.- disse Paladin prima di trovare una sedia su cui piazzare il sedere.

-Io so solo che per venire ad aiutarvi ho lasciato un mio amico in un altro ospedale. Lavoriamo insieme in un' agenzia) di detective privati e adesso andrò a vedere come sta. Comunque se volete ringraziarmi per essermi fatto prima crocifiggere e poi per essere venuto qui a darvi una mano, vi lasciò il mio biglietto da visita c'è anche l'indirizzo dove mandare i soldi. Va bene anche una cesta, senza torrone e con un paio di bottiglie.

L'Averla si allontanò. Non gli era dispiaciuto combattere al fianco di quegli eroi. Non aveva pensato a se stesso, ma anche agli altri e soprattutto aveva smesso di risolvere tutto sparando prima e chiedendo poi. Era un cambiamento con cui era felice di convivere.

-Fate qualcosa per quei due lì dentro. - disse Black Arrow uscendo dalla stanza. Dagger e il Demone stavano parlando tra di loro.

-Che succede freccetta?

-Succede che Moon Knight e la sua bella hanno deciso che avevano aspettato troppo e che una stanza piena di gente svenuta era il luogo ideale per recuperare il tempo perduto. In quanto a te non chiamarmi più freccetta se non vuoi che i tuoi gioielli di famiglia finiscano su uno spiedino.

Paladin sorrise a Black Arrow che rispose con una smorfia da ragazzina. Sulla soglia comparvero Moon Knight e Marlene. Lui aveva il cappuccio sollevato per mostrare la bocca. E da come continuavano a baciarsi il motivo era abbastanza ovvio. Lei alla fine si scostò ma non lasciò la mano di lui.

-Vorrei tanto sapere cos'è successo a Marc.

-Sono sicuro che ce l'ha fatta e sono felice di restituirgli il suo costume.

-Dai per scontato che lo vorrà indietro.

-Qualcosa mi dice che come il sottoscritto ha una gran voglia di tornare al suo vecchio ruolo.

-Tu hai una gran voglia di altro mr Darabont.

-Di te Marlene. Lì dentro ho rischiato di perderti e ho capito che non potevo più aspettare.

-Provo lo stesso per te e nonostante con Marc le cose non siano andate bene dopo tutto quello che è successo non vorrei ferirlo di più.

-Io penso che non succederà, credo che Satana abbia trovato il modo di farlo stare meglio e non sto parlando di qualche magia.

-Frank sei proprio terribile – scherzò Marlene che in cuor suo non sapeva se essere o no sollevata dal fatto che entrambi lei e Marc avessero trovato strade diverse.

-Che ti avevo detto i due piccioncini non la finiscono più.- Black Arrow un po' scherzava un po' faceva sul serio. Era arrivato il tempo dei saluti. Dagger e il Demone delle lacrime si congedarono senza dire molto se non che si sarebbero aiutate a vicenda nel capire chi fossero veramente e quanto i loro poteri le definissero davvero.

Falcon si prese l'impegno di aspettare i soccorsi e lo SHIELD, essendo un politico era il più indicato a quel tipo di impegno. Moon Knight contattò Frenchie che li raggiunse.

-La Sirena non si è ancora ripresa, la affido alle cure di chi sta arrivando per occuparsi dei disastri lasciati da mr Negativo. Falcon annui e basta. Paladin si alzò e salutò senza troppo trasporto tutti. Stava per andarsene quando Black Arrow a sorpresa lo aggiunse volendo fare la strada con lui.

-Hai perso le tue amichette?- chiese un po' beffardo.

-Tranquillo non sei il primo sbruffone vestito di viola con cui ho a che fare, forse è la mia missione cercare di redimervi... voi uomini duri.

Moon Knight aiutò Marlene a salire sul luna jet che poi lasciò l'ospedale osservato da Falcon attraverso la finestra distrutta.

 

 

Satana odiava quel tipo di situazioni. Era come se nell'aria ci fosse un gas volatile altamente infiammabile e che bastasse una scintilla magica da parte sua o l'impulsivo gesto di Occhio Di Falco per bruciarli li e ora in un unica brutale fiammata.

-E' iniziato l'ultimo atto. Voi non potete sentirla, ma l'energia invisibile è qui. E' l'invocazione dei miei adepti, è il potere che arriva attraverso il mio sacerdote negativo. Voi non potete nemmeno immaginare quanto sia forte l'essenza di una coscienza che abbraccia l'eclisse, di un cuore che avvizzisce nella sua morsa, di un'anima che scopre per la prima volta il suo vero potenziale quello che è sempre stato tenuto a freno da una società che ha cercato di limitare il male, ma facendo così ha limitato l'uomo.

-Se non tenessi per le palle il nostro amico ti avremmo già dato il benservito. Se c'è una cosa che non sopporto di voi cattivoni sono le chiacchiere.

-E' finito anche il tempo per quelle. Khonshu è arrivato il momento di pregare il dio sopra di te.

Occhio Di Falco si schermo gli occhi in tempo per non essere investito da un onda di luce nera. Non aveva senso che la tenebra splendesse in quel modo eppure, attraverso la mano davanti al viso, la vide scintillare.

-Non puoi più aspettare, so che hai deciso di non intervenire, ma questa palude è la tua responsabilità...- disse Satana e a rispondergli non fu una voce, ma l'ambiente stesso con le radici in superficie che si contrassero e gli alberi che iniziarono a scuotersi.

-E' questo il tuo asso nella manica....- urlò Occhio di Falco mentre quell'energia nera faceva ribollire la terra.

-Questo è il tuo regno non puoi abbandonarlo, l'eclissi ha già abusato di esso, l'ha violato per andare nelle altre dimensioni... tu sei il suo guardiano. 

-Non verrà. Sa chi è il più forte. Il tuo ultimo disperato grido di aiutò si è perso in questa palude.- disse l'Eclipse e poi roteò le dita della mano destra. Cloak gridò di dolore mentre il suo mantello si allargava. Khonshu vide che la tenebra mutava forma diventava prima liquida e poi solida e riflettente come uno specchio e dentro quella superficie si vedevano altri mondi.

-Cloak non è solo un passaggio per la dimensione oscura, grazie al mio potere può essere un efficace sostituto della macchina dimensionale di Milo Warren.- parlava dell'uomo come se non esistesse più.

-Nessuno sentirà più parlare di Khonshu. Sarà lui il dio dimenticato.

-Satana devi fare qualcosa... qualcosa che funzioni, parlare da sola alle ninfee non sembra aver avuto l'effetto che speravi...- gridò Occhio di Falco che dallo scoppio di energia era stato sbalzato nell'acquitrino.

-Lui non verrà e Eclipse è troppo forte... Marc e Khonshu sono condannati.

E poi accadde, le dita di Eclipse si contrassero, non nel gesto estremo che avrebbe bandito il suo nemico, ma perchè afflitte da un dolore, dal potere che lo stava abbandonando.

-Il legame con Mr Negativo è successo qualcosa... ho abbastanza forza per...

-E' arrivato, alla fine ha deciso.- disse Satana che non doveva più respingere le forze che emanava l'eclissi, forse con cui si stava proteggendo da un suo attacco. La palude gorgogliò intorno ad Eclipse, l'acqua fangosa si sollevò insieme agli arbusti, ai pezzi di corteccia marcia e formò una figura umanoide. L'essere, che non era altro che una cosa in forma di uomo, toccò Eclipse e questo bruciò. La paura della sconfitta riemersa con forza, quella di Milo Warren di essere stato tradito ed esiliato dal dio che aveva aiutato, innescarono il potere della creatura e Eclipse venne avvolto da fiamme intense. Un fuoco che bruciava non il corpo, ma l'anima. Satana sapeva cosa sarebbe successo. I due sarebbero tornati uno, Milo Warren sarebbe stato abbandonato dal dio in fuga da quelle fiamme che potevano fargli male.  Quello che non si aspettava era l'intervento di Khonshu. Dal corpo contorto e dilatato di Cloak venne sputato fuori Marc, nudo come un bambino appena nato coperto da placenta nera.

Khonshu emerse sempre di più dal mantello fino a quando comparvero le braccia, liberate dai ceppi di Cloak e con queste si allungò per afferrare Eclipse. La lotta non era più tra i loro araldi. Khonshu sapeva che questa volta avrebbe dovuto sacrificarsi lui stesso era il solo modo per tenere per sempre relegato negli universi alternativi Eclipse. Satana corse da Marc che riprendeva a respirare anche se in modo affannato sputando dalla bocca sostanza scura. Lo coprì come a non fargli vedere lo scontro tra il dio che lo aveva riportato in vita e la sua nemesi di sempre. Sembrò durare un'eternità e invece Khonshu con la forza che aveva sfruttando la debolezza di Eclipse generata dal tocco dell'Uomo Cosa, lo trascinò dentro Cloak e i due scomparvero in un abbraccio di energie luminose come la luce di una luna piena e oscura come quelle di un’eclisse. Cloak cadde svenuto nelle acque della palude. Occhio di Falco lo portò verso la riva dove Satana aveva condotto Marc.

-Se il Dottor Strange viene a giocare a poker con noi avrò qualcosa da raccontargli. Certo che non posso competere con il suo tono epico e i suoi bla bla mistici...- Occhio di Falco scherzò e si sedette esausto appoggiandosi ad un tronco.

-Recuperiamo Cage e torniamocene indietro...- disse Satana e poi vide Falco che imbracciava l'arco come se l'incubo non fosse finito.

-E adesso che succede.- si voltò vedendo che la freccia era puntata sull'Uomo Cosa.

-Tranquillo vendicatore, ci ha aiutato e adesso vuole solo salutarci. Tornerà ad essere parte della palude. Non ha più il bisogno di un corpo fisico, è più cosa che uomo di quanto sia mai stato.

-Solo un saluto dici, io per sicurezza lo tengo sotto tiro.

-Non ti conviene aver paura vendicatore, hai visto cosa succede a chi ne ha in sua presenza.

L'Uomo Cosa li fissò un'altro istante e poi la sostanza di cui era fatto il suo corpo si sciolse e tornò a far parte della palude.

-Falco per tua informazione so leggere nella mente. Allora alla prima domanda, si questa è la mia forma. Sono mezza umana. Si anche alla seconda anche se immagino che vorresti provarlo di persona...

-Provare cosa...- disse Marc che si era risvegliato e lentamente tornava cosciente.

-Niente se aspettavi un po' a riprenderti avrei detto a mr vendicatore che ora c'è solo un uomo nudo nel mio futuro e sei tu e spero che le cose tra noi possano funzionare.

-Sembra quasi il discorso che farebbe una fidanzata normale.- Marc si comportava tranquillamente come non fosse senza vestiti. La abbracciò e Occhio di Falco si alzò.

-Sentite vi lasciò soli io vado a cacciare qualche fagiano.

-Che ne dici di pesce per cena? 

Cage era spuntato in lontananza ma la sua voce lo faceva sembrare lì vicino. Trascinava per un piede lo Squalo Tigre.

-Se ci siamo tutti posso teletrasportarvi a New York, in quanto a te Marc, anche se è un peccato doverlo fare, credo proprio che dovrò coprirti. Ho in mente qualcosa di classico e funzionale.

Marc sentì' subito di cosa si trattava, era il suo vecchio costume di Moon Knight, quello senza gadget e rinforzi. Bianco con la cintura segnata da una mezzaluna. Il mantello lungo e il cappuccio appuntito.

-Giusto in tempo per non dover spiegare a Cage, l'unico che non conosce la mia identità, che ci faceva qui Marc Spector.

-Già che hai in mano ago e filo che ne dici di mettere un paio di mutande anche a mr Eclipse.- disse Falco indicando il corpo in posizione fetale di Milo Warren. Era vivo ma i suoi occhi erano aperti in modo innaturale. Era come se non volesse chiuderli più. Aveva avuto la sua punizione.

-Prima faremo una sosta alla prigione lasciando impacchettati i nostri super criminali. Per Milo invece ho in mente di qualcosa di più specifico con le stanze dalle pareti bombate e camicie di forza. E vi riporterò tutti alle vostre case.

-Satana airlines.- scherzò Cage che era arrivato in quel momento e aveva smesso di trascinare lo Squalo Tigre.

-Personalmente sono contento di tornare a dare la caccia ai criminali normali, ai papponi e a tutto il resto che infestano le strade del mio quartiere.  Cage vide che Cloak da terra stava lentamente sparendo e così gli altri. In breve la palude tornò com'era prima del loro arriva, immobile come congelata in un istante. In lontananza l'airone che si era alzato in volo tornò verso l'acqua scura in cerca di cibo e il sole del nuovo giorno ne accarezzò le ali spiegate.

 

EPILOGO

 

DUE MESI DOPO.

 

Frank Darabont è tornato in servizio attivo. Non ha dato molte spiegazioni ai suoi colleghi per il suo periodo lontano da pistola e distintivo.

 

Frank svoltò nel vicolo dove si era infilato il piccolo spacciatore che stava inseguendo. Sapeva che lo avrebbe portato ad un pesce più grosso. Il ragazzo dalla testa rasata e dalla pelle coperta di tatuaggi saltò sulla rete metallica che chiudeva la strada e la scavalcò. Planato a terra, infilò nelle dita nei fori della rete e la scosse come a sfidarlo. Frank lo avrebbe perso. Gli mancava la possibilità di lanciare una mezzaluna o di disporre di un qualche gadget per superare i suoi limiti umani. Il criminale si rimise a correre ma la sua fuga durò poco. Non seppe mai da dove fosse sbucato l'uomo che gli comparve di fronte sbarrandogli la strada. Si trovò addosso a lui e fu come sbattere contro un muro di mattoni. Prima di perdere i sensi colpito da un pugno robusto vide una mezzaluna scintillare sul petto muscoloso di quel fantasma dal destro facile. Frank scivolò dal bordo della rete in modo goffo. Il criminale era in terra, con le mani legate.

Avrebbe dovuto aspettare che si riprendesse per leggergli i suoi diritti. Dalla corda bianca e sottile che gli stringeva i polsi capì chi doveva ringraziare. Alzò lo sguardo e trovò Moon Knight appollaiato su una scala anti incendio.

-Sei di fretta per bere qualcosa al Red Bear?- chiese Frank ringraziando Marc per avergli tolto le castagne dal fuoco.

-Facciamo un'altra volta.

-Satana ti aspetta a casa?- sorrise Frank poi vedendo che il tipo sonnecchiava ancora nonostante gli strattoni – l'hai colpito forte, e adesso che faccio me lo porto in spalla fino alla volante. Almeno l'Uomo Ragno ce li impacchetta fuori dal distretto.

-Aggiungerò tra i miei servizi alla città quello a domicilio. Satana non è tipa da aspettare. Piuttosto come vanno le cose tra te e Marlene? Adesso non mi fa più male chiederlo.

-Male a te? Ma se sono stato io quello che si è preso il pugno quando sei tornato dalla palude. Sono contento che dopo quell'iniziale incomprensione siamo diventati amici.

-Marlene?- insistette Moon Knight portando la mano al rampino.

-Tutto ok. Non ci vediamo molto, ma a questo era già abituata. Adesso lavora come consulente al museo di archeologia. Sta seguendo le orme del padre. Ha iniziato anche a collaborare con la nuova fondazione Arcana. Dopo che il Dottor Strange ha liberato i criminali della squadra di Eclipse dagli oggetti di altre realtà, ogni volta che lo dico mi sembra di essere un'idiota, che davano loro i super poteri si sta occupando con la fondazione di custodirli e studiarli.

-Sono contento per lei. Non mi ero mai reso conto di quanto stare con me la bloccasse. Sono anche contento per te mascella di vetro.- Marc azionò il rampinò. Frank lo vide proiettarsi verso il bordo del tetto. Oltre quello sparì e nel cielo l'unica luna che rimase fu quella che adesso, liberata dalle nuvole,illuminava la città di New York.

 

FINE

 

Dodici numeri fa iniziava la mia prima avventura seriale su Marvel IT. C'erano state è vero delle vecchie storie di Deadpool e i primi numeri della mini sul Cavaliere Nero, ma Moon Knight è stata la mia prima serie e sono felice che quasi un' anno dopo, come mi ero prefissato, sia arrivata alla sua naturale conclusione. Magari alcune cose non sono andate come avevo previsto all'inizio e personaggi come l'Averla hanno preso più spazio di quanto dovevano avere, mentre altri non hanno avuto lo sviluppo che immaginavo, ma è anche questa la forza di un universo, quello Marvel classico e IT, che offre sempre la possibilità, con qualunque eroe e criminale di creare storie, di arricchire la mitologia generale. Ora che ho preso le misure a Moon Knight e ne ho cambiato lo status quo sono pronto a lanciarlo in una seconda stagione assai particolare come vedrete nei prossimi mesi.  Tempo di chiusure, saluti e ringraziamenti. Ringrazio il mio amico Carmelo Mobilia per avermi convinto a scrivere sul sito e per tutti gli scambi di idee e le storie scritte a quattro mani, Carlo Monni per la pazienza nel lavoro di editing delle storie, il Furla per gli aggiornamenti e tutti gli altri autori che in questi mesi ho conosciuto o di persona o via mail con i quali condivido la passione per la Marvel e per un sito che nel bene o nel male vive e lotta con noi dopo dieci anni. Fulgido esempio nel panorama mordi e fuggi della fan fiction italiche.

 

 

 

MOON KNIGHT TORNERA' FRA QUALCHE MESE CON LA SECONDA STAGIONE

 

SEMPRE SUI CANALI DI MARVEL IT.

 

STAY TUNED.